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17.07.2023

Dal cuore di Zvonimir Simčič il libro per ogni viticoltore e amante del vino.

Dal cuore di Zvonimir Simčič il libro per ogni viticoltore e amante del vino.

Sono molti i motivi per cui coltivare la lettura è di estrema importanza. I libri ci aprono nuovi mondi, le storie ci ispirano, ci portano nuove intuizioni, ampliano i nostri orizzonti e la nostra comprensione del mondo. È a partire da questi stessi elementi che si intrecciano in contenuti quando qualcuno decide di scrivere un libro. Si tratta solo di trovare il momento giusto. Zvonimir Simčič - Miro della cantina Medot - l'ha trovato quando è andato in pensione dopo una lunga e fruttuosa carriera nella gestione della cantina sociale. È stato allora che ha raccolto tutte le sue conoscenze ed esperienze scrivendo un libro sulla cultura del bere: Il vino tra saggezza popolare e scienza moderna, pubblicato nel 1987. In esso presentava i vari aspetti della produzione vinicola, viticola, enologica e anche quelli legati alla cultura del consumo del vino in famiglia e nella società, nonché quelli legati al servizio, gettando le basi per il futuro sviluppo della professione di sommelier in Slovenia. Come comprenderne il valore di allora e di oggi, scrive uno dei nostri maggiori esperti di viticoltura ed enologia, il dottor Denis Rusjan, professore ordinario di viticoltura presso la Facoltà di Biotecnica dell'Università di Lubiana:

Wine is a work of art!

»Chi sa apprezzare il vino vive meglio ed è più appagato«, scriveva Miro.

Erano gli anni turbolenti, i decenni del dopoguerra, quando il Brda fu anche teatro di importanti riforme strutturali e cambiamenti generali, che ebbero un significativo impatto sulla viticoltura e sulla vinificazione, trasformandolo nel settore agricolo più importante di questo territorio. Sebbene la viticoltura e la vinificazione nel Brda abbiano una tradizione secolare, se non millenaria, negli anni settanta e ottanta si sarebbero potute prendere decisioni che avrebbero portato a un presente molto diverso. È in quel periodo, infatti, che i semplici, tenaci ma intraprendenti abitanti del territorio, sotto la guida visionaria e professionale del signor Zvonimir Simčič, hanno preservato e spianato ulteriormente la strada alla viticoltura moderna come la conosciamo oggi, attribuendo alla Ribolla quel ruolo che le spettava in un momento in cui, ovunque, le stavano voltando le spalle. "Un tempo la Ribolla si beveva dolce e torbida. E’ stato uno sbaglio, perché uno dei migliori vini veniva letteralmente sprecato. Lo straordinario potenziale di questa varietà è come vino secco. Solo così riesce ad esprimere eleganza, raffinatezza e piacevolezza olfattiva". Questa è solo una delle saggezze che il signor Simčič scrisse decenni fa, ed è a lui e ai suoi sostenitori che dobbiamo il merito, da un lato, di aver mantenuto la Ribolla nel Brda, dall'altro, che questo vino omonimo sta oggi raccogliendo successi che nemmeno il signor Zvonimir avrebbe osato immaginare.

Zvonimir Simčič è stato il primo cosmopolita del Brda ad adattare le tecniche di viticoltura e di vinificazione straniera alle colline di questo territorio, alle esigenze e alle condizioni locali, sapendo che queste erano ben specifiche e diverse. Grazie all’identità del luogo, e nonostante la pressione ad importare varietà estere, ha riconosciuto l'importanza della tradizione legata alla produzione della Ribolla. Potrei dire che Miro girò il mondo con la missione di arricchire le colline native con la conoscenza globale, per poi portare la loro ricchezza in tutto il mondo. Per questo credo che la notizia di non molto tempo fa, che la Ribolla sia arrivata anche sugli schermi cinematografici di Hollywood nella famosissima serie Blacklist, lo renderebbe ancora più felice . »Hey, I found that Slovenian wine you wanted, this Rebula«, ", si sente in una breve frase, ma è molto più di una semplice affermazione casuale, perché conferma come la perseveranza, il duro lavoro e la convinzione danno sempre i loro frutti e portano grande popolarità anche in un paese così lontano.

Ha raccolto le sue esperienze professionali nel libro "Vino med ljudsko modrostjo in sodobno znanostjo" (Vino tra saggezza popolare e scienza moderna), pubblicato nel 1987. In questo libro scrive sulle conoscenze dell’epoca sull’origine della vite, sulla storia della viticoltura e della vinificazione, sulle pietre miliari della produzione dell'uva e del vino, sulla composizione e sulla qualità dell'uva e del vino che, ancora oggi, nelle loro molteplici interpretazioni continuano a plasmare il settore. Il libro contiene fatti che, fino a poco tempo fa, erano contestati o addirittura ridicolizzati da alcuni, e per questo meritano ulteriore attenzione. Per esempio, Simčič affermava che "il vino nasce nella vigna ed è il frutto della vite e del sole" e che "il concime è il sale della terra", mentre il vino è il suo sangue. Allo stesso tempo, riporta saggiamente che "la fiducia cieca nella tecnologia e nella chimica può portare a risultati inaccettabili" e che la conoscenza è sempre l’aspetto più importante per una corretta comprensione della viticoltura e della vinificazione.

Già allora, Il visionario viticoltore, ha delineato e definito le pietre miliari per una viticoltura e vinificazione sostenibili e di successo, di cui tanto si parla in questi ultimi anni. Col suo libro è stato tra i primi in Slovenia a riflettere sul ruolo del vino nella società e il suo impatto sulla salute. Con titoli e fatti eclatanti sul ruolo del vino in diversi periodi della nostra vita, che ancora oggi potrebbero essere oggetto di critiche o addirittura di disapprovazione, è stato tra i primi in Slovenia ad aprire la strada al consenso sociale sul vino. Proprio così, oggi sappiamo che alcuni componenti del vino sono davvero benefici per la salute umana.

Vale la pena notare che è sempre stato critico nei confronti del consumo eccessivo e irrazionale di vino, sottolineando che "non dobbiamo pretendere che il vino possa sostituire i farmaci. Sarebbe un errore. Nell'antichità si diceva giustamente che il vino è una medicina per il corpo e per l'anima, ma non fa miracoli".

Durante la lettura del libro, mi sono soffermato su una riflessione molto interessante del signor Simčič, quando sottolinea l'importanza del ruolo delle donne e della corretta educazione dei bambini nei confronti del vino. "Il vino assume un ruolo diverso quando la casalinga lo acquista, lo porta a casa e lo mette in tavola per il pranzo, durante una visita di amici e parenti, o in altre occasioni", afferma Miro. Allo stesso tempo, sottolinea che "i bambini che non conoscono il vino possono esserne vittime" e che "i bambini, che imparano gradualmente a conoscere il vino e iniziano a rispettarlo, sono meno facilmente ingannati dalle droghe", e che l'alcolismo è meno comune tra questi giovani.

Ai produttori e agli amanti del vino di oggi e di allora, come agli "enofobici", ha attribuito due cose da ricordare sul vino, e cioè che "la produzione del vino non è un lavoro da dilettanti, ma un processo che richiede particolare attenzione, esperienza, capacità e onestà" e che il suo "prodotto finale non è una bevanda alcolica come tutte le altre, quindi i suoi effetti sull'uomo non possono essere paragonati all'alcol etilico diluito in acqua".

Con il fine titolo "Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio", ha voluto sottolineare che la produzione di vino di buona qualità non è scontata, ma richiede cura, diligenza, costanza ed esperienza.

Da viticoltore a viticoltore, non posso che ringraziarlo sinceramente per aver gettato le basi della viticoltura e della vinificazione sostenibile già negli anni ottanta. Il cuore di Zvonimir Simčič rimarrà per sempre impresso nel libro Il vino tra saggezza popolare e scienza moderna, e con la possibilità di accedere a una copia digitale, sono certo che una parte di lui rivivrà sicuramente nella vita quotidiana di ogni viticoltore.

Cordiali saluti,

Prof. dr. Denis Rusjan

Wine is a work of art!

Il vino tra saggezza popolare e scienza moderna (1987, Tržaški tisk)

Zvonimir Simčič

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Wine is a work of art!

Zvonimir Simčič (13.7.1921 - 23.6.2008)

Nato da una famiglia di viticoltori, studia a Conegliano dal 1940 al 1942 e, successivamente, a Parenzo, ottiene il diploma di perito agrario. Si laurea e si specializza in enologia a Lubiana. Tornato a Nova Gorica, diventa prima direttore tecnico della Cantina Sociale del Brda e poi direttore generale fino al 1982. Diventa anche preside della scuola di agraria e, con la perseveranza tipica del Brda, si impegna nella promozione e nello sviluppo della cooperativa.

Era considerato un'eminenza per il suo lavoro nel campo della viticoltura e dell'enologia, soprattutto per la storia di grande successo tecnologico ed economico che la Cantina del Brda rappresentava all'epoca. Fu uno dei pochi stranieri invitati a diventare membro dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino. Divenne membro dell'Ordine Cavalleresco Ordo Equestris Vini Europae e fu determinante per la fondazione dell'Associazione slovena dei sommelier. È stato inoltre insignito del titolo di primo cittadino onorario del comune di Brda.

La sua eredità consiste principalmente nella conservazione della varietà ribolla e nell’elevazione della qualità dei vini prodotti da questa varietà autoctona. Durante la sua permanenza alla guida della cantina, registrò il famoso vino Zlata rebula, che ai concorsi veniva regolarmente premiato con medaglie d'oro. Realizzò la prima ribolla spumantizzata con il metodo champenoise e, dopo il suo pensionamento, inizio a produrre i primi spumanti classici a base di ribolla nella sua cantina di casa, nota con il nome Medot. I suoi sforzi gli valsero il soprannome di "Padre della ribolla" su entrambi i lati del confine, sia da parte slovena che italiana.

La sua vita e il suo lavoro hanno ispirato il libro Gold Wine: Rebula, the Liquid Gold That Links Slovenia and Italy, scritto dallo scrittore sloveno-americano Noah Charney e pubblicato dalla rinomata casa editrice internazionale Rowman & Littlefield degli Stati Uniti.

Wine is a work of art!